
All’inizio dell’inverno avevo deciso che quell’anno sarei andata di sicuro al Carnevale di Venezia. Sognavo da tanto tempo di vedere quei costumi, le maschere, le barche sul Canal Grande – tutto sembrava quasi uscito da una fiaba.
Così, a febbraio ho comprato i biglietti, prenotato un appartamento e sono partita per l’Italia.
La prima impressione

Sono arrivata nel primo pomeriggio, e Venezia mi ha accolto con il sole e un leggero profumo di caffè proveniente da Piazza San Marco.
Ho preso alloggio in un piccolo hotel vicino a Cannaregio – un quartiere tranquillo ma pieno di vita.
La sera sono uscita per fare una passeggiata e ho subito visto le prime persone in costume. Si facevano fotografare, ridevano, ballavano al suono di una fisarmonica – e in quel momento ho capito: mi trovavo nel cuore di qualcosa di veramente magico.
Maschere, musica e un vero incanto

Il giorno dopo mi sono svegliata presto per assistere alla Sfilata sull’acqua.
È stato qualcosa di incredibile: barche decorate con stoffe, fiori e luci scivolavano lungo i canali. Le persone a bordo indossavano costumi sontuosi del Settecento.
Ho comprato anch’io una maschera – blu, con motivi argentati – e ho passato tutta la giornata indossandola, come se fossi la protagonista di un film.
In Piazza San Marco ho assistito a uno spettacolo di strada – artisti in costume facevano giocoleria, cantavano arie d’opera, qualcuno suonava il violino. Sono rimasta colpita da quella leggerezza – sembrava che tutta la città stesse recitando in una grande pièce teatrale.
Gente da tutto il mondo rideva, beveva vino, si fotografava, faceva amicizia.
Mi sono sentita parte di una grande festa.
L’ultimo giorno e la sorpresa in aeroporto

Quando è arrivato il momento di tornare a casa, ero triste ma felice – con me portavo decine di foto, souvenir e, soprattutto, emozioni.
Sono arrivata all’aeroporto Marco Polo in anticipo. Ma qualcosa è andato storto: sul tabellone è apparso l’avviso che il mio volo era in ritardo.
Prima un’ora, poi un’altra, e un’altra ancora… Dopo più di cinque ore abbiamo scoperto che il volo era stato cancellato. Ero sconvolta.
Non sarei riuscita a essere al lavoro il giorno dopo, dovevo trovare un altro alloggio per la notte, e la compagnia aerea si è limitata a dire: “aspettate al banco”.
Ho trovato una sistemazione economica lì vicino, ma è stata una spesa imprevista.
E anche se Venezia di notte restava meravigliosa, quella sera mi sentivo svuotata.
Sono comunque tornata a casa
Una volta rientrata, ho deciso di informarmi per capire se potevo ottenere un rimborso. Il volo era stato cancellato all’ultimo momento, e avevo letto che in questi casi i passeggeri hanno diritto a una compensazione – a seconda della situazione, anche fino a 600 euro.
All’inizio non sapevo da dove cominciare. Ero stanca dopo il viaggio e non volevo anche dover litigare con la compagnia aerea. Ho trovato un servizio che aiuta proprio in questi casi FlightRefunder.
Si sono occupati loro di tutta la burocrazia: io ho solo compilato un modulo e inviato i documenti. Dopo qualche mese ho davvero ricevuto la compensazione.
È stata una bella sorpresa. Non è successo tutto all’istante, ma sono felice di non aver lasciato perdere.
I ricordi che mi sono rimasti
Nonostante il ritardo e la cancellazione del volo, questo viaggio è rimasto uno dei più belli della mia vita. Il Carnevale di Venezia è stato incredibile: per qualche giorno mi è sembrato di vivere in un’altra epoca. E anche le piccole difficoltà non hanno rovinato l’esperienza.
Da questa storia ho imparato una cosa: in viaggio non va sempre tutto liscio, ma tante cose si possono risolvere – l’importante è non arrendersi.
E soprattutto: tornerò di sicuro a Venezia. Perché ci sono città che ti restano per sempre nel cuore.
Questo è un articolo in collaborazione con FlightRefunder.



